Dronero, la sua origine all'anno 1150 dall'unione dei due primitivi villaggi che per proteggersi dalle continue incursioni e saccheggi si ritirarono su un triangolo di terra tra il Maira e il Rio Rigamberto, cingendo poi il nuovo borgo di altre mura ancora oggi in parte visibili. Il documento più antico che fa riferimento a Dronero, risale al 1155, in cui una vendita di alcuni stabili da parte di Enrico di Montemale a favore del Monastero di Staffarda, viene stipulato ad Durcolium, attestando l'importanza che aveva il nuovo nucleo a pochi anni dalla sua creazione. Doveva essere abbastanza grande ed importante per avere un notaio o un ufficio dove poter stipulare dei contratti di compra-vendita sotto il controllo del Marchesato di Saluzzo, dalla metà del XIII secolo. Durata per circa quattro secoli, portò da una parte ad un favorevole sviluppo economico e culturale, grazie al contatto con la Provenza, ma dall'altro dato il carattere bellicoso di Saluzzo, coinvolse il marchesato e di conseguenza il Borgo, in continue guerre, in scorrerie di truppe mercenarie, di eserciti e in frequenti assedi. Lo storico Giuseppe Manuel di San Giovanni, commentò con queste parole le attività dei Droneresi che si distinsero in questi secoli di sviluppo culturale e guerre sanguinose, in particolare nel periodo sotto il marchesato di Saluzzo Lodovico I del Vasto e Lodovico II del Vasto. Dal secondo ottocento al primo novecento, l'area registrò un ulteriore incremento industriale e commerciale anche grazie all'interessamento di Giovanni Giolitti (Mondovì 24/10/1842- Cavour 17/07/1928), la cui famiglia era originaria della Valle Maira; entrando in Parlamento nel 1882, fu fino alla sua morte il deputato rappresentante del collegio elettorale di Dronero. In quegli anni fu costruito il nuovo ponte sul Maira e l'ormai scomparso tratto ferroviario Busca-Dronero. Originaria di Dronero, era anche la famiglia comitale dei Ponza di San Martino che diede al Regno di Sardegna ed al Regno d'Italia ministri e generali come Gustavo Ponza di San Martino, Coriolano Ponza di Sna Martino e Cesare Ponza di San Martino. Il Palazzo Chionetti risalente al 1400, dove all'interno è visibile ancora un simbolo dei Marchesi di Saluzzo e il pozzo originale a tutt'oggi visibile e sito nella cantina, è stato acquistato dalla famiglia oggi proprietaria, maestri artigiani nel settore marmoreo e floreale di Dronero, negli anni '80 e ristrutturato con la massima attenzione e cura per salvaguardare la sua storia e antichità e nel recupero di buona parte dei suoi materiali originali. L'ultimo piano, l'immobile oggetto di vendita, era anticamente adibito ad essiccatoio, ed è stato recuperato dalla famiglia in modo certosino e trasformato in un attico molto spazioso e confortevole che trasuda tutta la storia di questo palazzo.